lunedì 23 agosto 2021

 

LA VISIONE DELLE DONNE DI LUDOVICO ARIOSTO NELL’ORLANDO FURIOSO

 


Canto IV

 

66
S’un medesimo ardor, s’un disir pare
inchina e sforza l’uno e l’altro sesso
a quel suave fin d’amor, che pare
all’ignorante vulgo un grave eccesso;
perché si de’ punir donna o biasmare,
che con uno o più d’uno abbia commesso
quel che l’uom fa con quante n’ha appetito,
e lodato ne va, non che impunito?

67
Son fatti in questa legge disuguale
veramente alle donne espressi torti;
e spero in Dio mostrar che gli è gran male
che tanto lungamente si comporti. –
Rinaldo ebbe il consenso universale,
che fur gli antiqui ingiusti e male accorti,
che consentiro a così iniqua legge,
e mal fa il re, che può, né la corregge.

Canto XX

1
Le donne antique hanno mirabil cose
fatto ne l’arme e ne le sacre muse;
e di lor opre belle e gloriose
Gran lume in tutto il mondo si diffuse.
Arpalice e Camilla son famose,
perché in battaglia erano esperte ed use;
Safo e Corinna, perché furon dotte,
splendono illustri, e mai non veggon notte.

2
Le donne son venute in eccellenza
Di ciascun’arte ove hanno posto cura;
e qualunque all’istorie abbia avvertenza,
ne sente ancor la fama non oscura.
Se ‘l mondo n’è gran tempo stato senza,
non però sempre il mal influsso dura;
e forse ascosi han lor debiti onori
l’invidia o il non saper degli scrittori.

Canto XVIII

1
Donne, e voi che le donne avete in pregio,
per Dio, non date a questa istoria orecchia,
a questa che l’ostier dire in dispregio
e in vostra infamia e biasmo s’apparecchia;
ben che né macchia vi può dar né fregio
lingua sì vile, e sia l’usanza vecchia
che ‘l volgare ignorante ognun riprenda,
e parli più di quel che meno intenda.

……

79
Ditemi un poco: è di voi forse alcuno
ch’abbia servato alla sua moglie fede?
che nieghi andar, quando gli sia oportuno,
all’altrui donna, e darle ancor mercede?
credete in tutto ‘l mondo trovarne uno?
chi ‘l dice, mente; e folle è ben chi ‘l crede.
Trovatene vo’ alcuna che vi chiami?
(non parlo de le publiche ed infami).

80
Conoscete alcun voi, che non lasciasse
la moglie sola, ancor che fosse bella,
per seguire altra donna, se sperasse
in breve e facilmente ottener quella?
Che farebbe egli, quando lo pregasse
o desse premio a lui donna o donzella?
Credo, per compiacere or queste or quelle,
che tutti lasciaremmovi la pelle.

81
Quelle che i lor mariti hanno lasciati,
le più volte cagione avuta n’hanno.
Del suo di casa, li veggon svogliati,
e che fuor, de l’altrui bramosi, vanno.
Dovriano amar, volendo essere amati,
e tor con la misura ch’a lor danno.
Io farei (se a me stesse il darla e torre)
tal legge, ch’uom non vi potrebbe opporre.

82
Saria la legge, ch’ogni donna colta
in adulterio, fosse messa a morte,
se provar non potesse ch’una volta
avesse adulterato il suo consorte:
se provar lo potesse, andrebbe asciolta,
né temeria il marito né la corte.
Cristo ha lasciato nei precetti suoi:
non far altrui quel che patir non vuoi.

83
La incontinenza è quanto mal si puote
imputar lor, non già a tutto lo stuolo.
Ma in questo chi ha di noi più brutte note?
che continente non si trova un solo.
E molto più n’ha ad arrossir le gote,
quando bestemmia, ladroneccio, dolo,
usura ed omicidio, e se v’è peggio,
raro, se non dagli uomini, far veggio. –

 

 

 

 

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