domenica 26 marzo 2017

Da "Il tempio dell'Alba" di Yukio Mishima: il Paese delle Melegrane





Imanishi aveva denominato il suo fantastico reame "Il Paese delle Melegrane". 
Aveva scelto quel nome in virtù dei chicchi dall'intenso color rubino che esplodevano dalla polpa del frutto.
Gli capitava, diceva lui, di recarsi nel suo regno da desto, o in pieno sonno, e tutti gli chiedevano precisazioni in merito. "Cosa succede, di questi tempi, nel 'Paese delle Melegrane'?" "Come al solito, la popolazione è tenuta sotto controllo. Regna l'ordine più perfetto. Tuttavia insorgono parecchi problemi dovuti all'alta incidenza dei casi d'incesto. Capita spesso che una donna sia madre, zia, sorella e cugina dello stesso uomo. Di conseguenza, il cinquanta per cento dei bambini è di straordinaria bellezza, mentre l'altra metà è laida e afflitta dalle più orride deformità. Fin dalla prima infanzia i bambini belli e sani, dell'uno e dell'altro sesso, vengono separati da quelli brutti e malati, per essere radunati in un luogo speciale e appartato, il cosiddetto 'Giardino dei prediletti'. Vi crescono usufruendo di ogni comodità, è un vero e proprio paradiso in terra. Un sole artificiale fornisce in permanenza il giusto quantitativo di raggi ultravioletti. Nessuno indossa il minimo indumento e tutti si dedicano al nuoto o si consacrano ad altri esercizi fisici. Fiori d'ogni specie sbocciano a profusione, gli uccelli e i piccoli animali domestici non sono mai prigionieri delle gabbie. I bimbi fruiscono di cibi nutrienti e prelibati, ma non ingrassano perché vengono sottoposti a controlli medici settimanali. Pertanto si fanno sempre più belli e floridi. Per contro, la lettura è strettamente vietata: rovina la bellezza naturale, si tratta quindi di un comprensibile tabù.

"Quando poi raggiungono l'adolescenza, una volta la settimana vengono tolti dal giardino e portati in mezzo ai bambini di laido aspetto che vivono all'esterno, onde fornire a questi ultimi qualche sporadico sollazzo sessuale. Poi, trascorsi due o tre anni, vengono eliminati. Non vi sembra che porre termine all'esistenza di un individuo dotato di eccezionale bellezza quando è ancora giovanissimo è una forma ineffabile di amore fraterno?
"Allo scopo di elaborare le forme di sacrificio più svariate, viene fatto appello alla fantasia creatrice di tutti i nostri artisti. In altre parole, sorgono dappertutto appositi teatri nei quali ha luogo l'assassinio sessuale. Quivi gli esemplari scelti dei due sessi interpretano i ruoli più strani e disparati, e qui parimenti vengono torturati a morte. Essi ricreano sulla scena ogni figura storica o mitologica che nel fiore degli anni, e baciata dalla bellezza
fisica, sia stata vittima di un omicidio sadico. 
Ma naturalmente non mancano gli apporti creativi completamente inediti. Vengono nobilmente assassinati, adorni di magnifici costumi d'ispirazione sessuale, fra scenari sontuosi, incantevoli giochi di luce e deliziosi concerti. Ma in genere gli spettatori se ne dilettano prima che siano completamente morti, come se fossero giocattoli, dopo di che si provvede alla cremazione delle spoglie.
"Le tombe, dite? Sono appena al di là del recinto del 'Giardino dei prediletti'. É un luogo di rara bellezza, ove gli individui brutti o deformi usano passeggiare passando da un sepolcro all'altro. Spesso vi si aggirano anche nottetempo, al chiaror di luna, la mente perduta nei loro sogni romantici. E dal momento che a guisa di pietre tombali vengono innalzate delle statue raffiguranti dei giovani dotati di eccezionale prestanza fisica, non esiste un cimitero al mondo che dia ricetto a un numero così elevato di corpi impeccabili, stupendi."
"Ma perché ucciderli?"
"Perché ben presto si saziano dei vivi. Gli abitanti del 'Paese delle Melegrane' si avvalgono d'infinita saggezza. Essi sanno perfettamente come in questo mondo sia dato agli umani di incarnare solamente due destini: esistono coloro che ricordano e coloro di cui ci si ricorda.
"Ciò premesso, è bene ch'io vi illustri la loro religione, giacché in effetti l'usanza che vi ho descritta si fonda su un credo religioso.
"Nel 'Paese delle Melegrane' nessuno crede nella reincarnazione. Dio infatti si manifesta nell'istante supremo dell'atto sessuale e la vera natura del Divino risiede in quella sua apparizione unica ed esclusiva. Non esiste alcuna possibilità di diventare ancora più belli con una seconda nascita: pertanto la resurrezione sarebbe svuotata di qualunque significato. Insomma, sarebbe come affermare che una camicia usata e sbiadita è più bianca di una nuova di zecca. Si potrebbe pensare a un asserto più assurdo di questo?

Di conseguenza, nel 'Paese delle Melegrane' ci si serve degli dei solamente una volta, dopo di che vengono gettati.

"Si tratta di una religione di tipo politeista, ma in certo qual modo a carattere temporaneo. Innumerevoli divinità sperperano il dono della loro esistenza fisica, dissolvendosi nell'eternità non appena si sono espressi in quell'attimo ineffabile e supremo. Ormai lo avete capito: il 'Paese delle Melegrane' è una vera e propria fabbrica di dei.

"Se vogliamo che in questo mondo gli avvenimenti storici si tramutino in una serie continuata di eventi positivi, è necessario che il sacrificio degli dei si consumi all'infinito. Tale è la base della teologia che presiede alla religione del 'Paese delle Melegrane'.

Non vi sembra del tutto razionale? Senza contare che la popolazione ignora l'ipocrisia. Di conseguenza, bellezza e attrazione sessuale finiscono per essere sinonimi. Gli abitanti sanno perfettamente che soltanto il desiderio sessuale permette loro di avvicinarsi a Dio, ovverossia - in altre parole - di accostarsi alla vera bellezza.

"L'unico strumento consentito per possedere Dio è il desiderio sessuale, e il possesso sessuale si determina all'acme del piacere.

D'altro canto l'orgasmo non si protrae a lungo, onde il possesso riveste un solo significato: l'unificazione di ciò che non ha durata con l'essenza effimera di quanto è fatto oggetto dell'attrazione dei sensi. Orbene, il metodo più valido e sicuro consiste nel sopprimere l'oggetto in questione in concomitanza con l'attimo supremo. Ecco dunque perché gli abitanti di quel paese hanno chiara nozione del fatto che il possesso sessuale si realizza nell'assassinio e nel cannibalismo.

"Prodigioso è indubbiamente il fatto che questo paradosso del possesso sessuale presieda alle strutture economiche del paese. Norma fondamentale del possesso è quella di 'uccidere l'amato'.

Ciò significa, simultaneamente, che l'attuazione e la conclusione del possesso finiscono per coincidere, e che insistere a voler possedere equivale a una violazione dell'amore. Il lavoro fisico è ammesso per il perseguimento di un unico scopo: dare vita a creature di bellezza assoluta, impeccabile. Pertanto i brutti ne sono esentati. Ciò spiega d'altronde un altro fatto: la produzione industriale è interamente automatizzata, e non richiede l'impegno degli uomini. Le arti? Le sole arti praticate sono quelle che concorrono all'infinita varietà delle forme di assassinio rappresentate e consumate nei teatri, nonché all'erezione di statue in ricordo di coloro che, da vivi, erano dotati di bellezza. Dal punto di vista religioso, lo stile fondamentale deve attenersi ai moduli di un perfetto realismo sensuale. L'arte astratta è totalmente bandita, come oggetto di assoluto divieto è l'inserimento nell'arte della 'vita'.

"Si accede alla bellezza attraverso il desiderio sessuale. Spetta tuttavia al ricordo preservare quell'istante di bellezza per tutta l'eternità... Ed ora penso che possiate comprendere, quantomeno nelle linee fondamentali, la struttura di base del 'Paese delle Melegrane'.

Il concetto essenziale è il ricordo: in un certo senso si potrebbe asserire che sul ricordo si fondi la politica nazionale. "L'orgasmo, un fenomeno simile a un cristallo corporeo, si cristallizza nella memoria in un momento successivo, e una volta verificatasi la morte del dio di bellezza è lecito rievocare il grado estremo di eccitazione sessuale. La gente vive soltanto per accedere a questo livello. Raffrontata a questo gioiello paradisiaco, l'esistenza fisica dell'uomo - di chi ama o sia amato, di chi uccide o sia ucciso - altro non è che il mezzo per raggiungerlo. Tale si configura l'ideale del 'Paese delle Melegrane'.

"La memoria è la sola materia della quale si componga il nostro spirito. Se un dio si manifesta nell'attimo culminante del possesso sessuale, egli diventa 'colui del quale ci è dato ricordarci', mentre l'amante è 'colui che ricorda'. Solo in virtù di un siffatto processo di consumazione del tempo si perviene realmente a provare la presenza del dio. Solo così è dato di raggiungere per la prima volta la bellezza, mentre in concomitanza temporale il desiderio sessuale si distilla tramutandosi in un amore che dal possesso è diverso e totalmente autonomo. Avviene così che gli uomini e gli dei non siano disgiunti nello spazio, ma sussiste fra loro un intervallo che li separa nel tempo; e ciò costituisce l'essenza del politeismo temporale. Spero che abbiate capito.

"Mi rendo conto che questi assassini possono sembrar crudeli. Nondimeno s'impongono per purificare il ricordo e distillarlo nel suo elemento più fortemente concentrato. D'altra parte, questi abitanti di laido aspetto o dal corpo deforme sono animati da sentimenti di rara nobiltà. Votati all'altruismo, scopo della vita è per loro la rinuncia alla propria personalità. Questi amanti nei quali convivono associati il ricordo e l'assassinio si attengono ai loro ruoli con devota dedizione, dimentichi di loro stessi, esistono soltanto per adorare la morte in bellezza di coloro che a suo tempo hanno amato. Ricordarsi è il solo scopo che giustifichi e sorregga le loro esistenze.

"Ma il 'Paese delle Melegrane' è altresì la terra dei cipressi, dei rimpianti, delle memorie illustri. É la patria del ricordo; non vi è luogo al mondo più placido, più calmo, più sereno. Ogni qual volta avviene ch'io lo visiti, provo la sensazione di non poter rientrare in un luogo come il Giappone. É il paese della pace e dell'umanesimo più puri e sublimati, quello in cui vivono e alitano gli elementi più teneri e quintessenziati dell'umanità.

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