domenica 26 febbraio 2017

Da "La Bastarda di Istanbul" di Elif Shafak




Non maledire ciò che viene dal cielo.
 Inclusa la pioggia. 
Non importa cosa ti precipiti addosso, non importa quanto violento il nubifragio o gelida la grandine: non rifiutare quello che il cielo ti manda.

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Donami l'oblio dell'ignoranza oppure dammi la forza per sopportare la conoscenza. 
Per la tua scelta ti sarò grata, ma ti prego di non lasciarmi impotente e insieme consapevole

*****

Allah, dammi la conoscenza, perché non posso resistere all'impulso di sapere, ma dammi anche la forza di sopportare quella conoscenza.

*****
«C'era una volta, o forse non c'era, una terra non troppo lontana, dove gli uomini
si comportavano male e i tempi erano duri. Dopo aver osservato a lungo quello
scenario desolante, Allah decise di inviare un messaggero, Noè, affinchè gli uomini
imparassero a comportarsi meglio e avessero modo di pentirsi. Ma quando Noè
apriva bocca per predicare la verità, nessuno lo ascoltava, e le sue parole venivano
interrotte dalle imprecazioni. Lo prendevano in giro chiamandolo pazzo, invasato,
eccentrico...»
Asya scoccò a zia Banu uno sguardo divertito, sapendo dove colpire: «Ma più di
ogni altra cosa, a devastare Noè fu il tradimento di sua moglie, vero zia Banu? Non è
forse vero che anche sua moglie si unì alle schiere dei pagani?»
«In verità è proprio quello che fece, quella serpe in seno!» rispose zia Banu,
combattuta tra il dovere di narrare un racconto religioso nel modo più acconcio, e il
desiderio di aggiungere un po' di pepe per conto suo.
«Noè cercò di convincere la moglie e la sua gente per ottocento anni... E non
chiedetemi perché ci mise tutto quel tempo» raccomandò zia Banu «perché il tempo
non è che una goccia nell'oceano, e non si può paragonare una goccia con l'altra e
decidere qual è la più grossa o la più piccola. Così Noè trascorse ottocento anni a
pregare per la sua gente, cercando di ricondurli sulla retta via. Un giorno Dio gli
mandò l'angelo Gabriele. "Costruisci una nave" gli sussurrò l'angelo "e imbarca una
coppia per ogni specie."»
La voce di Banu si abbassò di un tono, perché quella era la parte che le piaceva
meno.
«Alla fine sull'arca di Noè c'era gente di tutte le fedi» continuò zia Banu. «C'erano
Davide e Mosè, Salomone, Gesù e anche Maometto, la pace discenda su di lui. Così
equipaggiati, si imbarcarono e cominciarono l'attesa.»
«Ben presto arrivò l'inondazione. Allah ordinò: "Oh cieli! Il momento è venuto!
Liberate le vostre acque. Non trattenetevi più, e liberate la vostra acqua e la vostra
rabbia!". E poi ordinò alla terra: "Oh terra! Trattieni l'acqua, non assorbirla". L'acqua
salì così velocemente che nessuno sopravvisse fuori dall'arca.»
A quel punto la voce dell'interprete risalì di tono, perché era la sua parte preferita.
Le piaceva immaginarsi l'acqua che saliva, travolgendo villaggi e civiltà.
«Per giorni e giorni continuarono a navigare, e c'era acqua ovunque. Presto il cibo
cominciò a scarseggiare, e non ce n'era più a sufficienza per mettere insieme un
pasto.
Allora Noè ordinò: "Portate ogni cosa che avete!" E così fecero, animali e umani,
insetti e uccelli, gente di fede diversa, portarono ciò che era rimasto loro. Cucinarono
tutti gli ingredienti insieme, e così prepararono un gran calderone di ashure.» Zia
Banu sorrise orgogliosa in direzione della pentola sul fornello, come se fosse proprio
quello l'ashure della leggenda. «Ecco la storia di questo dessert.»
Secondo zia Banu tutti gli eventi significativi nella storia del mondo erano
accaduti il giorno dell'ashure. Era quello il giorno in cui Allah aveva accettato il
pentimento di Adamo, Yunus era stato sputato dal delfino che lo aveva ingoiato,
Rumi aveva incontrato Shams, Gesù era stato assunto in cielo, e Mosè aveva ricevuto
i Dieci comandamenti.

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