"No, non mi fa male niente, magari un po' la testa, non è nulla, un'impressione, un capogiro. Questo rumore monotono della conversazione, questi diversi profumi, i visi che si scompongono e che si muovono nell'atto di parlare, tutto ciò mi intontisce: non conosco nessuno, non sono abituato a questi templi esotici dove il sacrificio concerne il nostro fegato e non le viscere degli animali queste moderne catacombe alle quali le rare luci simili a lampade votive e il mormorio di preghiera delle conversazioni conferiscono un tocco di religione sacrilega dove il vitello d'oro è il barman, immobile dietro all'altare maggiore, attorniato dai diaconi-clienti che innalzano in suo onore black-velvet rituali. Le croci di timolo sostituiscono i crocifissi, digiuniamo a Pasqua per abbassare il tasso di grassi nel sangue, ci comunichiamo la domenica con vitamine purificatrici, confessiamo all'analista di gruppo le nostre scappatelle alla castità, ricevendo come penitenza una bella parcella mensile da pagare; come vede non è cambiato niente, solo che ci consideriamo atei perché, invece di essere noi a batterci il petto, è il medico che lo fa per noi, con il diaframma del suo stetoscopio".
Nessun commento:
Posta un commento