Chaïm Soutine
Chaim Soutine nacque nel 1893 in una povera e popolosa famiglia ebrea, a Smilovitchi, un villaggio vicino a Minsk, in una shtetl, la comunità ebraica dell'Europa orientale. All’età di dieci, fu mandato dal padre in apprendista presso un fotografo. A 14 anni, nonostante l'opposizione dei suoi genitori, prese lezioni di disegno. Nel 1910, effettuò un ritratto di un uomo anziano: nel suo villaggio, tuttavia, dominato dalle regole del giudaismo, è vietata la rappresentazione della figura umana. Le conseguenze furono estreme: il figlio dell’anziano riempì il giovane pittore di botte. Paradossalmente grazie ad una denuncia verso l’aggressore (poi archiviata) Soutine riesce ad ottenere un risarcimento di 15 rubli che gli permette di trasferirsi a Vilnius e iscriversi alla scuola di belle arti, dove frequenterà altri due artisti Kikoïne e Krémègne.
In una Vilnius dove l’antisemitismo è imperante e dove la stessa comunità ebraica di origine non è un sicuro rifugio per coltivare l’arte, l’unica opzione per i tre è Parigi.
A Parigi si rifugiò presso La Ruche (l’alveare) l’edificio che il mecenate e scultore Alfred Boucher fece costruire (utilizzando il materiale proveniente dalla demolizione dell’Esposizione Universale di Parigi del 1900 dei padiglioni dei vini di Bordeaux, dell’Indonesia e delle donne ) per permettere agli artisti poveri ma ricchi di talento di lavorare, con prezzi simbolici.
La Ruche
Qui vivrà in estrema miseria, con difficoltà anche trovare cibo, tralasciando altresì la propria cura e igiene personale, tanto da essere ricordato sempre sporco e consumato dai parassiti. Questa situazione d’indigenza era aggravata da problemi connessi alle ulcere di cui soffrirà per tutta la vita.
La malnutrizione di Soutine era leggendaria: come scriverà Dan Franck nel suo libro Bohèmes:
“Offrire un pasto a Soutine è il regalo più bello che gli si possa fare"
A Parigi conosce Modigliani con cui stringerà una grande ed intensa amicizia. Modigliani lo prese sotto la sua ala. I due divengono inseparabili e affittano insieme nel 1916 uno studio presso la Cité Falguière, dove lavoreranno fianco a fianco, senza tuttavia influenzarsi.
Come indicato da Dan Franck, i due “si oppongono come il giorno e la notte: l'espansivo fascino italiano, orgoglioso delle sue origini ebraiche, impotente ma elegante e preoccupato per la sua ambiente, molto socievole e grande seduttore di donne, che attira sempre e ovunque distribuisce i suoi disegni per farsi offrire da bere; timido il lituano, a volte, rozzo e trasandato, che ha paura di tutto e che fugge la compagnia, che rinnega il suo passato e che fa finta a volte di non conoscere la sua lingua natale”… I due tuttavia “hanno in comune, oltre che lo stesso gusto per la lettura (poesie, romanzi, filosofia), la stessa passione per la pittura, la stessa esigenza - o insoddisfazione - che li spinge a distruggersi, e la stessa voglia di rimanere indipendenti, lontani dai movimenti artistici del tempo: fauvismo, cubismo, futurismo. Entrambi sono mangiati dal di dentro, non tanto da una malattia ma da dolore profondo, che è evidente in Soutine e più nascosto nel suo compagno esuberante, che si annegava in alcool e droghe…. Quando nel 1920 morirà Modigliani (cui seguirà il suicidio della compagna Jeanne Hébuterne) Soutine Soutine si isolerà ulteriormente.
Modigliani
Se Modigliani non influenzò direttamente Soutine, in campo artistico “determinante si rivelò l'incontro con il conterraneo Marc Chagall e il suo mondo magico e fantastico, dove sfumano i parametri spazio-temporali e i colori si dispiegano liberamente ed arbitrariamente secondo la logica soggettiva di un artista affabulatore dotato di straordinaria capacità immaginativa. La stessa che Soutine, nel quale prevale invece una visione del mondo intensamente drammatica, riversa impetuosamente in allucinati paesaggi, tragiche figure, cupe nature morte con carcasse di animali squartati” (da http://www.artonweb.it/ di Vilma Torselli).
Le carcasse
"Di Chagall, Soutine coglie la vivace e violenta versione cromatica e la capacità di esternare la propria interiorità emotiva in modo assolutamente disinibito, personale ed autonomo, definendo poi ed affinando il suo linguaggio formale anche attraverso lo studio delle opere di Van Gogh, nel quale si identifica per una peculiare poetica dell'angoscia: Soutine fu infatti personalità difficile, asociale, introversa, incline alla depressione, spesso sull'orlo del suicidio, definito dai suoi amici un selvaggio poco avvezzo all'uso delle posate ed alla pulizia personale. (da http://www.artonweb.it/ di Vilma Torselli)
A partire dal 1918 Soutine alternò il soggiorno a Parigi a dei viaggi nel territorio francese, soprattutto nelle regioni mediterranee e nei Pirenei.
Durante i soggiorni a Céret e a Cagnes (1919-22) Soutine Chaïm si dedica al paesaggio e alle nature morte e nei suoi paesaggi, dai colori violenti e spesso discordanti, raggiunge effetti analoghi a quelli degli espressionisti tedeschi.
“Il violento pathos espressionista che si sprigiona dalle opere di Vincent, l'esplosività dei colori, l'angoscia, il tormento dell'animo che quelle tele trasudano fungono da catalizzatore e spingono Soutine a strutturare in modo sempre più libero un linguaggio artistico fatto di linee tese e contorte, colori guizzanti in inaspettate accensioni e violenti contrasti di luce, schemi compositivi di grande dinamismo, seppure nei termini di immagini sostanzialmente raffinate, talvolta ossessivamente ripetute nella forma e nel tema (anche il groom ebbe più versioni). Cosicché la distorsione della forma, ben evidente nel quadro presentato, che risente anche dello studio appassionato della pittura di El Greco, di Rembrand, di Toulouse- Lautrec (da http://www.artonweb.it/ di Vilma Torselli)
Paesaggi
Nonostante la produzione nel primo periodo solo raramente Soutine riesce a vendere qualcosa e se qualcuno non apprezza abbastanza i suoi quadri, li distrugge.Temendo orgogliosamente di essere confuso con altri, non partecipa mai a collettive, privandosi così delle occasioni per farsi conoscere.
Dopo il periodo dei paesaggi e delle nature morte, Soutine si dedica al ritratto che ne determinerà anche la fortuna.
Ritratti (immagini tratte da http://www.settemuse.it/)
la pazza (1919)
La pazza
Le Roquin
Gli uomini in preghiera
Se da un lato il suo linguaggio non piace al pubblico, grazie alla conoscenza e all'apprezzamento di mercanti quali Léopold Zborowski e di collezionisti quali Albert C. Barnes, Madeleine e Marcel Castaing, il pittore riesce a superare le difficoltà legate al suo temperamento inquieto.
Ben 22 opere di Soutine Chaïm erano state riunite dal collezionista e mercante d'arte Paul Guillaume che, nel 1922, a seguito della scoperta di "ritratti ove la misura e la demenza lottano e si compensano", fece conoscere l'artista che lo aveva conquistato con la tavolozza ardente ed una potenza espressionista sconosciute ed uniche nella Parigi del periodo tra la prima e la seconda guerra mondiale. Così nel 1923 la situazione economica di Soutine cambia e l'artista conosce il benessere.
Durante la seconda guerra mondiale la Francia fu invasa dall'esercito nazista e Soutine, in quanto ebreo, fu costretto a lasciare la capitale francese ed a nascondersi per evitare l'arresto. Durante la fuga dipingerà nel 1942 il Grande albero
Questo stile di vita peggiorerà la sua ulcera: non ha ancora cinquantenne sarà ricoverato il 7 agosto 1943 dove sarà operato, senza successo. Morirà il 9 agosto del 1943 e sarà sepolto a Montparnasse.
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