Horace Silver
(2.9.1928-18.6.2014)
E’ stato uno dei gradi pianisti dell’hard bop (il be bop che incorporava a partire dalla metà degli anni 50 rhythm and blues, gospel e blues specie nelle performance di piano e di sassofono).
Inizialmente era il co-leader dei The Jazz Messengers (1954–56) con Art Blakey. Tra i pezzi registrati The peacher:
Dopo essersi separato da Art Blakey, iniziò da operare con un proprio quitetto costituito inizialmente Hank Mobley (sax tenore) e Doug Watkins (basso), e con Art Farmer (tromba) e Luois Hayes (batteria) (i primi due già parte dei The Jazz Messangers), e successivamente da Junior Cook (sax tenore), Blue Mitchell (tromba), Gene Taylor (bass), e alla batteria, in alternanza ad Heyes, Roy Brooks.
Finger Poppin’ (1959)
Tokyo Blues (1962 registrato dopo un tour in Giappone)
Blowin' the Blues Away
Sister Sadie
Dopo un viaggio in Brasile, nel 1964 fondò un nuovo quintetto che includeva Joe Handerson al sax tenore e Carnell Jones alla tromba. Con la nuova formazione registrò il suo più famoso album Song for My Father[1]. Ecco alcuni pezzi tratti dall’album:
Calcutta cutie
Que pasa
Nel 1966 esce The Cape Verdean Blues e successivamente nel 1968 Serenade to soul sister cui parteciparono Bennie Maupin (sax) Randy Brecker (tromba) e Billy Cobham (batteria)
The cape verdean blues
Negli anni settanta Silver si avvicina alle filosofie orientali ed introduce parti elettriche e voce. Come disse in un intervista "I got interested in writing lyrics about that time and, well, became interested in Metafisica and Indian philosophies, and yoga philosophies. I have always been interested in health foods, vitamins; you know, the health thing. So, I was trying to get the physical thing, the mental thing, and the spiritual thing altogether. I was doing a lot of reading, a lot of soul-searching, a lot of meditation; and I put it altogether and came up with the The United States of Mind, which deals with all of that which I just mentioned; dealing with the physical, the mental and the spiritual things"
Acid Pot or pills
Negli anni 80 tornò allo stile classico con l’album Spiritualizing the senses, registrato con Eddie Harris (sax tenore), Bobby Shew (tromba), Ralph Moore (sax tenore) Bob Maize (basso) e Carl Burnett (Batteria).
Seeing with Perception
Smelling or attitude
The
Sensitive Touch
Nel 1993 esce It's Got to Be Funky che riafferma il ritorno agli standard.
Nel 1995 ricevette il national Endowment fot the arts jazz Masters e nel 1996 è stato aggiunto al down beat’s Jazz all fame 2.
Horace Silver è morto di morte naturale (nonostante sia stato diagnosticato l’ Alzheimer nel 2007) il 18 giugno 2014.
[1] La copertina presentava una fotografia del padre di Silver, John Tavares Silva che era di origini portoghesi, circostanza che ricollega ancora l’album al suo viaggio in Brasile. Silver d’altra annotava: "My mother was of Irish and Negro descent, my father of Portuguese origin… He was born on the island of Maio , one of the Cape Verde Islands”
2 La rivista Down Beat - nata a Chicago nel 1935 e specializzata in jazz - pubblica annualmente la Down Beat Jazz Hall of Fame che raccoglie tutti i primi posti nella classifica sia dei lettori (pubblicata nel numero di dicembre) che di critici specializzati (pubblicata nel numero di agosto).
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